PIERLU.org | il blog di pierluigi giaccarello

9 gennaio 2013

Le mafie al Nord. Cose nostre.

Questa l'introduzione di un corso di formazione in 10 incontri organizzato dal Centro Studi Ettore Luccini a cui avrò l'opportunità di partecipare. Un amministratore locale, oggi soprattutto al nord, deve essere informato su un argomento così delicato perché la conoscenza delle pratiche criminali è la precondizione a qualsiasi discorso di contrasto a questi fenomeni.

Il fenomeno delle infiltrazioni mafiose al Nord è ormai da tempo una realtà che i corpi civili e le categorie produttive vivono quotidianamente, spesso senza porsi interrogativi autentici sulla capacità distruttiva di una fenomenologia criminale che in molti settori della pubblica morale e del libero commercio ha già causato danni notevoli. L’obiettivo del corso, a carattere seminariale, è quello di mettere al centro un’idea possibile di formazione di coscienza civile antimafiosa, pronta ad abiurare la semplice scelta della sterile sopportazione, ritornando ad essere partigiani della legalità, a scegliere una parte precisa, e schierarsi con consapevolezza e determinazione, ancor più di ora, attraverso la costruzione di precisi contenuti didattici e nell’implementazione di competenze mirate in chiave di lotta al crimine organizzato. L’impianto dei seminari è pluridisciplinare, si parte dall’approfondimento storico e sociologico, per poi passare a quello giornalistico e giudiziario. Un punto dirimente è rappresentato dal diretto coinvolgimento delle associazioni produttive che sono state chiamate ad essere parte attiva nella formulazione di un discorso antimafioso nel cuore del nordest. Consapevoli tutti insieme che se da un lato la comprensione delle pratiche criminogene è la precondizione a qualsiasi discorso di merito, dall’altro lato, il coinvolgimento delle rappresentanze delle associazioni di categoria indica la volontà, da parte di queste ultime, insieme agli amministratori della cosa pubblica, e al sindacato, di assumere in carico la responsabilità della costruzione di una via d’uscita praticabile e condivisa, rispetto al potere criminale che anche al nordest ormai da qualche decennio sembra essere diventato una questione attuale.