PIERLU.org | il blog di pierluigi giaccarello

3 maggio 2013

Morire senza un perché. Ventun'anni dopo.

Domenica, 3 maggio 1992. Una domenica di ventuno anni fa, in via Tassoni a Padova, venne assassinato a bruciapelo Matteo Toffanin, un ragazzo per bene. Si trovava in auto, con la sua fidanzata, di ritorno da una gita al mare. Ad ucciderlo, crivellandolo di colpi sparati a pochi metri, un commando di killer mascherati che lo aveva scambiato per un pregiudicato che viveva in quella stessa via e che molto probabilmente non aveva saldato un debito con una organizzazione criminale lombarda. Il destino, purtroppo, quel giorno di primavera si era accanito su un ragazzo innocente. Proprio quel giorno, infatti, l'auto di Matteo aveva avuto dei problemi: così, per poter andare a trovare degli amici al mare, si era fatto prestare la macchina dallo zio. Una mercedes bianca dello stesso modello e con le prime tre cifre della targa identiche a quelle del pregiudicato. Matteo morì all'istante. Senza sapere perché né per mano di chi. Nessuno dei residenti di via Tassoni ha mai confermato di aver visto o sentito qualcosa. Nemmeno uno sparo.
Da allora la famiglia di Matteo non ha smesso di chiedere giustizia. 


L'assassinio "per errore" di Matteo è raccontato nel libro di Monica Zornetta, "A casa nostra. Cinquant'anni di mafia e criminalità in Veneto" (Baldini Castoldi Dalai editore).